La differenza, dopo due ore e passa di autentica battaglia, l’hanno fatta due miseri punticini, due palloni che sarebbero potuti cadere da una parte o dall’altra della rete indifferentemente e sono caduti nel campo della formazione ospite. Ma il pallone in realtà, come ormai sappiamo bene, non cade mai per caso: le ragazze di coach Michele Ballabene hanno avuto il merito di crederci fino alla fine, di non mollare anche quando la situazione sembrava disperata, di lanciarsi a recuperare quel pallone in più sacrificando anche quell’ultima goccia di energia rimasta e di trovare la lucidità per giocare nel migliore dei modi quei due miseri, maledettissimi (soprattutto per le coronarie di chi assisteva) palloni, quelli che hanno fissato il punteggio sul 3-2 in loro favore (25-23; 21-25; 25-14; 22-25; 15-13 i parziali).

E però questo è il senso vero dello sport (e della vita, di cui lo sport è meravigliosa metafora), che sa essere allo stesso tempo bellissimo e crudele nel breve volgere di due maledettissimi palloni, a seconda di come giochi proprio quelli, dopo esserti sbattuto senza risparmio per due ore e mezza. Due stramaledittissimi palloni. Ma che fanno tutta la differenza del mondo.

Bravissime ragazze!