Non c’è il primo successo in serie D maschile sotto l’albero: vince la Freedom 3-0, ma è un campionato che ha tanto senso
Qual è il senso di partecipare ad un campionato in cui nelle prime otto gare, compresa quella odierna con la Freedom Bari persa per 3-0, si totalizzano otto sconfitte, un solo punto in classifica, tre soli set vinti e ventiquattro persi?
Semplice. Il senso si trova nella tenera emozione di Mattia, classe 2009, nel giorno del suo inattesissimo debutto in serie D, cuore che batte forte, ma braccia e gambe che non tremano e tirano fuori un ottimo spezzone di partita; nella splendida prestazione di Matteo, classe 2008, alla sua prima da titolare a questi livelli; nelle battute e nelle schiacciate, stupende, di Gabriele, 16 anni e sempre più a suo agio nel suo ruolo di autentico trascinatore; nelle ricezioni di Luca che dopo un bel po’ di inattività è tornato a indossare la maglia con la volpe sul petto e ce l’ha messa tutta per dare una mano ai suoi compagni; nei muri di capitan Federico, che se solo cominciasse finalmente a crederci chissà dove arriverebbe; nella voglia di emergere di Corrado, pochi mesi di pallavolo alle spalle e tanta voglia di diventare sempre più bravo; nel talento di Jacopo, che non si è mai spaventato all’idea di essere lui, a quindici anni, il punto di riferimento della squadra e migliora partita dopo partita; nella crescita individuale dei ragazzi e complessiva di un gruppo giovanissimo e unitissimo, che lotta, non molla, ci prova sempre e comunque.
Il senso, purtroppo, è anche nelle lacrime tristi di Simone, che dopo aver giocato due set da Nazionale si è scavigliato proprio sul più bello, a due giorni dalla convocazione nel Club Italia allargato, e fa parte del gioco e bisogna accettare pure questo: niente di grave, Simo, ad uno come te, con quella passione, quella voglia di lavorare, quel talento, nulla lo può fermare, è solo questione di tempo.